La parola e la libertà di pensiero

Progetto didattico della 1PA2 a cura del prof Antonio Fragapane

 

La parola e la libertà di pensiero

(immagine elaborata da Elsam Novati)

La libertà di parola e di pensiero non sono scontate, neppure per noi europei, infatti ci sono Stati che non permettono questo diritto come, ad esempio, Corea del Nord, Turkmenistan, Arabia Saudita, Cina, Vietnam, Iran, Guinea Equatoriale, Bielorussia e Cuba. Ma per non andare troppo lontano, anche l’Europa ha dovuto fare i conti con recenti atti terroristici molto gravi, come l’attentato al giornale satirico francese Charlie Hebdo del 7 gennaio del 2015.

In Italia, invece, secondo l’Art. 21, I comma, della Costituzione Italiana “Tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Questa norma è importante perché garantisce a ognuno la possibilità di avere un’opinione e di poterla esprimere: e non è questa, forse, la vera libertà?

La libertà di parola è un diritto fondamentale e ci sono persone che si sono battute per questo: pensiamo al ventennio fascista in Italia oppure alle femministe in Inghilterra, tempi e luoghi in cui molte persone non sono state zitte, hanno manifestato il loro dissenso e per questo hanno rischiato la vita (e qualcuno l’ha anche persa).  Queste persone sognavano una società migliore non solo per loro, ma anche per le generazioni future e noi dobbiamo ritenerci molto fortunati a essere nati in una società libera, quindi, adesso tocca a noi fare il possibile per mantenere ciò per cui loro hanno tanto lottato.

Certo, è vero che ora molte cose sono cambiate e sono stati fatti dei gran passi avanti anche se, purtroppo, situazioni di totale mancanza di libertà, come quelle riconducibili al “patriarcato”, esistono ancora e sono caratterizzate dal fatto che molte donne continuano a essere sottomesse all’uomo e, a volte, uccise proprio da coloro che amano.

Quindi essere liberi, poter parlare ed esprimersi, anche attraverso la musica, il disegno oppure indossare un abito che piace, passeggiare o correre, semplicemente facendo jogging, rappresentano azioni oggi possibili, in Italia, grazie a chi ottant’anni fa ci ha liberati dalla tirannia.

Cristian Toto, Gianluca Danielli, Anita Nobile, Nicolò Redaelli e Mattia Rumi

 

La parola e la libertà di pensiero

(immagine elaborata da Angelo Zapparoli)

La libertà di pensiero è fondamentale per esprimere le nostre opinioni senza censure e senza giudizi da parte di altre persone, ed è essenziale per costruire rapporti in una società sana e con più armonia e meno discriminazione. Possedere la libertà di parola è la base per vivere nel modo migliore, è un diritto che tutti dovrebbero avere, soprattutto in contesti difficili, in cui, tutt’ora e nonostante la modernità del mondo, non tutti possono esercitarla, a causa di antiche o recenti dittature (vedi la Corea del Nord e, per certi versi, anche la Russia): lì, infatti, alcuni degli strumenti con cui le persone possono esprimere il proprio pensiero, come la stampa o le proteste, sono vietate o difficili da attuare.

La libertà di parola, al giorno d’oggi, sembra quasi scontata, e molti giovani ne approfittano per sfogarsi e dire tutto quello che gli passa per la testa sui social, commentando e giudicando altri (così causando il nascere di condotte di cyberbullismo), per questo bisognerebbe mettere alcuni controlli nel rispetto degli altri e della loro dignità. La libertà di pensiero e di parola, se esercitate in forme estreme, non è priva di rischi. In alcune situazioni, infatti, possono essere utilizzate per diffondere odio, disinformazione o incitare alla violenza, ed è proprio per questo motivo che in molte nazioni si cerca di trovare un bilanciamento normativo tra la protezione della libertà di espressione e la necessità di garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti, poiché la parola e la libertà di pensiero sono pilastri essenziali della democrazia e della società civile. 

È fondamentale promuovere e favorire la nascita di un ambiente in cui tutte le opinioni possano essere espresse e ascoltate, rispettando al contempo i diritti e la dignità degli altri. La sfida di oggi consiste nel mantenere questo equilibrio, proteggendo la libertà di espressione e combattendo, al contempo, l’odio e la disinformazione.

Liviu Sopotean, Alice Conso, Claudio Moretti, Chantal Salas Leon e Angelo Zapparoli

La parola e la libertà di pensiero

(immagine elaborata da Yasmin Bellù)

La parola e la libertà di pensiero sono la base per una società moderna e civilizzata e sono diritti essenziali per la vita dell’uomo. Il 1° gennaio del 1948 è entrata in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana e la nostra classe si è soffermata a ragionare sull’Art. 21, I comma: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. 

Prima della Costituzione, durante la dittatura del ventennio fascista, nessuno poteva esprimere la propria opinione senza temere pericolose conseguenze, non tutti potevano votare (le donne, per esempio) o esercitare fondamentali diritti civili. Noi non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati e privilegiati. Infatti, ancora oggi, in alcune parti del mondo, vivono persone che non possiedono alcuni diritti fondamentali che noi diamo per scontati: per esempio, le donne in Afghanistan, col ritorno del nuovo regime dei Talebani, non possono lavorare, viaggiare, studiare o vestirsi come vogliono. E non dimentichiamoci che nei paesi in guerra vengono uccisi migliaia di innocenti a cui è praticamente vietato vivere la propria vita come ogni persona dovrebbe. Nel mondo c’è ancora moltissima ingiustizia e in tanti (troppi) non danno il giusto valore che le libertà fondamentali, invece, si meritano.

Oggi, esercitando il loro diritto di parola, molte persone usano i social per comunicare i propri pensieri, ma bisogna anche stare attenti a quello che si scrive e non approfittare di questa libertà, perché le parole sono il modo più importante ed efficace per comunicare, ma possono anche ferire parecchio se non vengono usate correttamente.

Yasmin Bellù, Gioele Castelletti, Alì Hastan, Francesco Pannullo, Emma Rato, Alyssa Villano

 

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