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La musica fa viaggiare senza partire
Se mi dovessero chiedere da quanto tempo mi piace la musica, risponderei: “Da prima ancora di nascere”. Non ricordo un giorno in cui io non abbia ascoltato la musica, fosse anche solo quella che si sente in radio. Fin da piccola, mio padre mi faceva ascoltare Vasco Rossi, Jovanotti e tutti quegli artisti che tanto amava. Mi diceva sempre: “Non smettere mai di ascoltare la musica, perché grazie a essa puoi entrare in realtà parallele a quella in cui viviamo”. All’inizio non capivo a cosa si riferisse con quella frase, ascoltavo la musica esclusivamente perché mi piaceva ballare per tutta la casa con la melodia in sottofondo. Col tempo, crescendo, mi sono resa conto del potere che possono avere delle semplici parole in un particolare contesto.
Molto spesso mi soffermo a riflettere a quanto una semplice canzone possa incidere sulle persone. Basta pensare che, spesso, i testi delle canzoni raccontano più di quanto crediamo: una storia d’amore finita male, o, più banalmente, emozioni che non si riescono a esprimere a parole. Ogni giorno, la musica aiuta qualcuno ad affrontare un momento difficile, quotidianamente ci si dedica canzoni per esprimere il proprio affetto e, in tutto il mondo, ci sono persone che si mettono le cuffie, alzano il volume e cercano di isolarsi da ciò che le circonda.
La musica è in grado di fare molto più di quanto pensiamo. Ci accompagna in ogni momento della nostra giornata, anche se magari non ce ne accorgiamo. Quando metto le cuffie con la mia musica al massimo è come se entrassi nel mio mondo e spegnessi qualsiasi tipo di connessione con la realtà esterna. Ascolto musica ogni giorno, appena posso: mentre mi preparo la mattina, nei tragitti o anche solo quando ho bisogno di ritagliarmi un momento tutto mio. Spazio tra vari generi, ma nella mia playlist non può mai mancare Marracash, perché le sue canzoni riescono sempre a trasmettermi qualcosa di autentico, qualcosa che gli altri artisti non sono in grado di farmi provare. Alcune sue frasi sembrano descrivere esattamente ciò che provo, anche quando io stessa faccio fatica a dargli un nome. E il cuore è un vecchio apparecchio in disuso, siamo fantasmi in un guscio è una delle frasi che mi ha colpita di più, perché in certi momenti anche io mi sono sentita così: presente ma invisibile, come se il cuore non funzionasse più e tutto quello che mi restava fosse solo una corazza vuota. A volte mi capita di pensare che Marracash non sia solo un cantante, ma qualcuno in grado di esprimere a parole ciò che molti tengono dentro, ciò che spesso non si riesce nemmeno a spiegare. È come se riuscisse a dare forma al caos emotivo che porto dentro, mettendolo in rima e rendendolo comprensibile anche a me stessa. In quei momenti, tutti i miei pensieri iniziano a vagare nella mente. E quando succede è come se viaggiassi senza partire, questo perché la musica fa questo effetto. Ci fa esplorare ricordi che ci portano lontano ed emozioni che a volte ci fa paura affrontare.
La musica ha un effetto diverso su tutti noi, ma non lascia mai indifferente nessuno. Magari c’è a chi piace di più, chi non riuscirebbe a farne a meno, ma se qualcuno mi dovesse dire che non ascolta mai la musica non gli crederei. Per il semplice fatto che se dovesse essere veramente così, sarebbe sommerso da quei pensieri che, grazie alla musica, si dissolvono nell’aria. Penso che la nostra stessa vita sia una canzone, uno spartito bianco che pian piano si riempie con le note che scegliamo noi stessi. Ogni canzone è in grado di raccontare una storia diversa, un po’ come le canzoni della nostra vita. C’è chi riempie il proprio spartito senza aver paura di incontrare una nota stonata, quella nota che ci fa sentire fuori luogo o in difficoltà. Al contrario, c’è chi ha la costante paura di incontrarla, temendo di non riuscire a superarla e riflettendo troppo a lungo su di essa. In questo viaggio personale, è fondamentale ricordare che ogni nota, comprese quelle stonate, arricchisce il nostro spartito. La musica non ci accompagna solo durante i nostri momenti brutti, anzi, ci insegna ad affrontare le imperfezioni, trasformando il dolore in una melodia che ci guida verso la resilienza e la speranza. Così come una canzone è in grado di trasportarci lontano, anche noi possiamo imparare a viaggiare attraverso le esperienze della vita, accettando ogni emozione e ogni ricordo. Facciamo in modo che ogni esperienza diventi parte del nostro spartito personale affinché la nostra stessa vita diventi una vera e propria canzone.
Michelle Pozzoni

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