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Interviste ai nostri studenti-atleti (Parte quarta)
Cari lettori, quello che vi apprestate a leggere è l’ultimo articolo della nostra serie di interviste ai nostri studenti-atleti. Abbiamo incontrato Isabel Hapca, della 5PG2, la quale, dopo aver vissuto un’intensa esperienza in Thailandia, in cui ha potuto praticare l’arte della Muay Thai direttamente coi maestri thailandesi, ha voluto raccontarci le emozioni che questo viaggio le ha suscitato. Quindi, adesso non vi rubiamo altro tempo e vi lasciamo alla lettura delle interessantissime risposte che ci ha rilasciato.
Come hai scoperto la Muay Thai?
Ho conosciuto la Muay Thai per puro caso. Nel mio paesino c’era un signore che faceva il fotografo, ma che insegnava anche Muay Thai. Aveva attivato un corso e, incuriosita, ho deciso di provare. Da quel momento me ne sono totalmente innamorata.
Da quanto tempo pratichi questo sport? E da quanti anni a livello professionale?
Pratico la Muay Thai da nove anni, ma a settembre saranno dieci. A livello professionale, invece, la pratico da due anni.
Come affronti la tensione prima di un combattimento?
Purtroppo sono una persona molto ansiosa e non ho ancora trovato un metodo che mi tranquillizzi del tutto prima di un combattimento. Però stare in un posto tranquillo ad ascoltare la mia musica è la cosa che, più di tutte, riesce ad aiutarmi a ritrovare un po’ di calma.
Per quanto riguarda la tua esperienza in Thailandia, ci sei andata da sola o con altri lottatori? Se sola, com’è stato ambientarsi in un paese diverso con persone che non conoscevi?
La prima volta che sono andata in Thailandia ero con i miei compagni di allenamento e il mio maestro. Quest’anno, invece, ho voluto mettermi alla prova vivendo l’esperienza da sola. All’inizio non è stato facile ambientarmi, ma per fortuna ho incontrato persone molto alla mano che hanno reso tutto più semplice. Ho avuto l’opportunità di conoscere gente da tutto il mondo e questo ha reso l’esperienza ancora più speciale.
Quanto è durata questa esperienza? Se tanto, è stato difficile recuperare il lavoro svolto a scuola e rimettersi in pari con verifiche e interrogazioni?
L’esperienza è durata un mese. Inizialmente ho fatto un po’ di fatica a recuperare, soprattutto le materie di indirizzo, ma con impegno e organizzazione sono riuscita pian piano a rimettermi in pari con verifiche e interrogazioni.
Cosa ritieni di aver appreso dalle persone che hai conosciuto e cosa pensi di avergli lasciato?
Ho conosciuto persone fantastiche con cui, in poco tempo, sono riuscita a creare un legame bellissimo. Da loro ho imparato tanto, non solo a livello sportivo ma anche umano: il rispetto, la disciplina, la condivisione e la capacità di adattarsi a culture e abitudini diverse. E credo di aver lasciato anche io qualcosa: la mia determinazione, la voglia di imparare e un pezzo della mia storia personale, che ha contribuito a creare uno scambio autentico e arricchente.
Essendo la Muay Thai un’arte marziale nata in Thailandia, hai notato delle differenze riguardo alla modalità di combattimento?
Sì, ho notato delle differenze nella modalità di combattimento. In Thailandia la Muay Thai è molto più radicata nella cultura e viene vissuta in modo più tradizionale. Il ritmo dei combattimenti è diverso, più controllato all’inizio e più intenso verso la fine. Inoltre, viene dato molto valore alla tecnica, al rispetto per l’avversario e ai rituali come il Wai Khru. È un approccio più “spirituale” rispetto a quello che spesso si vede in Europa, dove si tende a puntare di più sull’esplosività e sulla potenza.
Durante i tuoi allenamenti e le tue competizioni lì, hai notato un approccio diverso rispetto a quello che abbiamo qui in Italia e in Europa?
Sì, durante i miei allenamenti e le competizioni in Thailandia ho notato un approccio molto diverso rispetto a quello che abbiamo in Italia e in Europa. In Thailandia l’atmosfera è più “naturale”, quasi familiare: ci si allena tanto, due volte al giorno, ma con un’intensità che cresce gradualmente e con grande attenzione alla tecnica. C’è meno pressione e più costanza, mentre in Europa spesso gli allenamenti sono più concentrati, intensi e focalizzati sulla preparazione atletica. Inoltre, lì il combattimento è visto come parte della vita quotidiana, non solo come sport o competizione.
Chi sono le persone che durante questa esperienza ti hanno supportato e che talvolta lo fanno anche nella quotidianità?
Le persone che mi hanno supportato durante questa esperienza, e che continuano a farlo anche nella quotidianità, sono prima di tutto i miei genitori e mia sorella, che mi sono sempre stati vicini. Poi i miei compagni di allenamento e il mio maestro, che credono in me e mi motivano ogni giorno. E infine, le persone che ho conosciuto in Thailandia, con cui ho creato legami sinceri e che mi hanno fatto sentire accolta anche lontano da casa.
Cosa ti piacerebbe fare una volta diplomata?
Una volta diplomata, mi piacerebbe continuare a coltivare il mio percorso nella Muay Thai, magari affiancandolo a studi o lavori legati allo sport. Vorrei anche avere la possibilità di tornare in Thailandia per allenarmi ancora e crescere sia come atleta che come persona.
Come vedi l’evoluzione della tua carriera nei prossimi anni?
Nei prossimi anni, vedo la mia carriera in continua evoluzione. Mi piacerebbe continuare a migliorare nelle competizioni, puntando a raggiungere traguardi sempre più alti, sia in Italia che all’estero. Inoltre, spero di poter trasmettere la mia passione e le mie conoscenze agli altri, magari diventando un’insegnante o una mentore per chi vuole approcciarsi a questo sport. L’obiettivo è crescere non solo come atleta, ma anche come persona, affrontando nuove sfide e aprendomi a nuove opportunità.
Un consiglio che daresti a qualcuno che si sta approcciando al mondo del professionismo?
Il mio consiglio per chi si sta approcciando al mondo del professionismo è di non smettere mai di credere in se stessi, anche nei momenti più difficili. La strada è lunga e spesso può sembrare una lotta contro se stessi, ma la perseveranza, la disciplina e l’umiltà sono fondamentali. È importante imparare dai propri errori e vedere ogni difficoltà come un’opportunità per crescere. Inoltre, non dimenticate mai di circondarvi di persone che vi sostengano e vi motivino, perché avere un buon supporto fa davvero la differenza.
Nora Armandi
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