Fotografia e cinema: 2 linguaggi a confronto

Prof.ssa Anna Izzo

 

Fotografia e Cinema: 2 linguaggi a confronto

Due mondi uniti da un sottile filo rosso, due mondi che comunicano enormemente. Fotografia e Cinema nascono quasi contemporaneamente, con percorsi frutto di diverse e fortunate intuizioni. Nel Cinema abbiamo l’illusione del movimento, in fotografia no. La Fotografia, l’immagine statica, ha scambiato tecniche narrative, ispirazioni estetiche, uso della luce, evocazioni di atmosfere con il mondo del Cinema che, a sua volta, è un’immagine fissa in movimento.

Questi due linguaggi hanno avuto e hanno tuttora un legame unico che nel tempo è stato fertile fonte di reciproci stimoli e che ancora oggi produce interessanti ispirazioni, sia in registi che fotografi. Entrambi questi linguaggi hanno intessuto a loro volta uno stretto legame con la letteratura da cui traggono idee, soggetti, sceneggiature, atmosfere e con cui scambiano – ancora una volta – interpretazioni, complicità, visioni del mondo. É un continuo “dare e avere” creativo che affonda le sue radici in più mondi dando vita a nuove forme e ispirazioni.

Anche la tecnologia entra in gioco in questo percorso fluido di scambio e comunicazione. Anzi, la tecnologia è fondamentale. La cinematografia si è evoluta con l’evolversi della tecnologia. Nell’ultimo periodo le apparecchiature tecniche utilizzate si assomigliano sempre di più fino – in alcuni casi – a sovrapporsi: con la stessa “camera” digitale possiamo realizzare sia immagini fisse che in movimento.

I film possono insegnare molto ai fotografi, dalla composizione all’inquadratura, dalla scelta dell’illuminazione alla scelta tra il bianco e nero e il colore. Ogni scelta ha il suo perché, nulla è a caso. Grandi registi sono nati fotografi o hanno avuto la fotografia come passione, grandi fotografi sono stati o sono diventati registi: Tornatore, Wenders, Cartier-Bresson, Corbjin e Kubrick, per fare alcuni esempi distanti nel tempo.

Immagine tratta dal film Barry Lindon

Quest’ultimo, per il suo Barry Lindon (1975), si è ispirato ai quadri di William Hogarth, Joshua Reynolds, Thomas Gainsborough e altri pittori. La scenografia è curata nei minimi dettagli e le inquadrature diventano quadri meravigliosi. Barry Lyndon è famoso anche per un altro motivo: l’apparecchiatura. Per realizzarlo vennero utilizzate nuove macchine da presa messe a punto dalla Panavision ma soprattutto una particolare lente studiata dalla Zeiss per la NASA: il Planar 50mm f/0.7, l’obiettivo più luminoso mai realizzato nella storia della fotografia! Ciò permise di eseguire le riprese esclusivamente con l’ausilio della sola luce naturale o della debole luce di candele e lampade a olio, contribuendo a rendere le inquadrature delle vere opere d’arte. Barry Lyndon ottenne il Premio Oscar alla migliore fotografia (John Alcott), alla migliore scenografia (Ken Adam) e ai migliori costumi (Milena Canonero e Ulla-Britt Soderlund). 

La Fotografia è diventata essa stessa un elemento narrativo.

Prof.ssa Anna Izzo

 

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