Che gran spettacolo!

Di Michelle Pozzoni

Che gran spettacolo!

La giornata era iniziata come un tranquillo venerdì. Anzi, in realtà, non proprio. Era, sì, un venerdì come tanti, ma quel giorno, il 9 maggio, aveva un significato molto speciale. I ragazzi del gruppo teatrale della nostra scuola si preparavano a mettere in scena lo spettacolo intitolato Antigone 1943: il silenzio della legge, reinterpretazione dell’Antigone, la tragedia greca di Sofocle che racconta la storia di una giovane ragazza pronta a sfidare la legge pur di onorare l’amore e la lealtà verso il fratello. Così come Antigone sfidava la legge per omaggiare la famiglia, durante la seconda guerra mondiale, periodo segnato dalla guerra e dalla prepotenza, il coraggio di andare contro l’autorità nazifascista per un ideale comune era un tema allora di grande attualità. E infatti, in questo adattamento, la storia è ambientata nel 1943 per sottolineare ancor di più come disobbedienza e resistenza fossero argomenti legati a momenti storici a noi relativamente vicini. 

Quella mattina, ancora prima di partire, guardando negli occhi i ragazzi, si potevano notare l’ansia di alcuni, che ripetevano incessantemente le proprie battute, e la calma di altri, che sembravano più tranquilli. E il motivo di tutta quella tensione era uno e ben preciso: da lì a qualche ora, a Milano, avrebbero preso parte alla XI edizione del Festival Thauma, un concorso teatrale organizzato dall’Università Cattolica che ha previsto la partecipazione di diverse scuole superiori, quindi un’occasione importante che li spingeva a dare il massimo, ma che comportava anche un carico emotivo da affrontare non indifferente.
Alle sette e mezzo il treno ha iniziato a muoversi e durante l’ora di viaggio, ognuno affrontava l’apprensione a modo suo. Poi, scesi dal treno, dopo aver convalidato i biglietti, ecco un episodio successo a tutti noi lì presenti: eravamo pronti a prendere la metropolitana, le porte dei vagoni si erano aperte, le persone erano scese e noi ragazzi, insieme ai professori, abbiamo iniziato a salire, o almeno ci abbiamo provato, perché, all’improvviso, alcuni di noi sono riusciti a salire, mentre altri non hanno fatto in tempo, che le porte della metropolitana ci si sono chiuse davanti. Il nostro gruppo era stato letteralmente diviso in due, ma nessun panico, solo un piccolo imprevisto, “commentato” da un professore che era riuscito a salire, ma che, accortosi di quello che stava succedendo e giratosi istintivamente verso di noi, quasi come in una scena di un film, ha scandito un “Nooo!”, che non abbiamo sentito ma che abbiamo visivamente percepito. Sebbene lo spettacolo non fosse ancora iniziato, era chiaro a tutti che l’atmosfera era già carica ed elettrica. Ma dopo pochi minuti, si è risolto tutto e senza problemi. La metro, che sembrava un semplice mezzo di trasporto, era quasi diventato un portale, passaggio verso un’altra dimensione, quella del palco, dove tutto sarebbe stato trasformato in una nuova realtà. I ragazzi, pur se un po’ disorientati dall’incidente con le porte, si stavano avvicinando sempre di più all’obiettivo: l’inizio del loro spettacolo.
Arrivati a Teatro Pime, il luogo in cui si sarebbe tenuto il Festival, l’energia nell’aria era palpabile. I ragazzi del gruppo teatrale, pur con il cuore che batteva forte, cercavano di concentrarsi sulla loro performance. Ogni movimento, ogni parola che avevano studiato, si trasformava in una piccola parte di ciò che sarebbe diventato un grande tutto, un riflesso delle loro emozioni e del loro impegno. E ricordando come, prima di partire, avevo notato nei ragazzi un’emozione mista di paura e ansia, che si rifletteva nei loro occhi, ora era evidente che anche i docenti responsabili, pur non dovendo affrontare il palco, avevano negli occhi quella stessa “paura”.

Poi, finalmente, tutto era pronto e il silenzio è calato in platea. La presidente della giuria del concorso ha coinvolto uno dei due professori che hanno seguito i ragazzi in questo percorso, facendogli spiegare quale lavoro avrebbero presentato e il motivo di quella scelta. Infine, le luci si sono abbassate e il sipario si è aperto. Noi non eravamo su quel palco, ma vedere i ragazzi recitare mettendoci il massimo impegno, ci ha fatto subito pensare a una sola cosa: “Che gran spettacolo!”, davvero, e non solo per ciò che stavano mettendo in scena su quel palco, ma anche per quell’intera esperienza, per l’emozione che si respirava nell’aria e per il cuore che batteva forte per loro. 

Lo spettacolo ci è piaciuto ed è stato anche molto apprezzato dagli spettatori presenti. Pochi di noi conoscevano il mito della coraggiosa Antigone, prima di vederlo messo in scena, e i nostri ragazzi, con la loro recitazione, hanno reso tutto più coinvolgente e intenso. E anche i video e le immagini utilizzati in sottofondo hanno dato quel tocco in più, rendendo l’insieme più emozionante e d’impatto, così come l’uso delle luci, che ha contribuito a creare un’atmosfera suggestiva, sottolineando bene i momenti più significativi e rendendo l’esperienza ancora più immersiva, tanto da meritare, in fase di premiazione una “Menzione per l’interpretazione”.

Michelle Pozzoni

 

 

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